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Non è cosa rara che gli artisti usino la forma autobiografica come base della loro poetica. Picasso parlava di esperienza diretta con il soggetto: appunto le opere di Massimo Boffa si leggono come pagine di un diario e, attraverso le qualità formali e le atmosfere evocate, partecipiamo agli eventi della sua vita. Massimo Boffa è pittore, ma anche maestro di penna. I precedenti ci sono: Alberto Savinio, Henry Michaux, Ardengo Soffici per citarne alcuni. L’arte contemporanea, con la volontà di colpire e farsi sentire da uno spettatore, forse ormai sordo, dimensiona le opere in misura ciclopica, sconvolge per la scelta dei temi, spesso lugubri ed aggressivi, alzando eccessivamente la temperatura espressiva. Boffa trasgredisce questa che è ormai quasi una regola, dipingendo opere di piccola dimensione, soggetti plausibili, tonalità chiare e luminose, volumi solidi senza ambiguità. La chiarezza è intesa come valore primo, quale bisogno reale e salutare per la mente. I dipinti di Boffa ci avvincono per chiarezza e precisione formale e per quel velo di malinconia che sempre accompagna il passato, con la consapevolezza di un tempo ormai esaurito, dove non è più possibile agire. (Aldo Damioli)
Il mondo poetico di Massimo Boffa si spende nel memoriale di un paesaggismo che persuade per la calibrata spontaneità della pittura: una pittura “scritta col lapis”, al paragone del mondo di affetti, ricordi, personaggi e luoghi evocato dai versi di un piccolo grande poeta come fu il pascoliano Marino Moretti, che dalle tracce minime di circostanze ambientali ed esistenziali seppe distillare il motivo di una linfa poetica dal tratto ineccepibile. (Duccio Trombadori)
Non posso dire che avessi un’urgente vocazione per l’arte. Quando ho iniziato a dipingere, una dozzina di anni fa, fino a quel momento nella vita avevo fatto tutt’altro. Ma a un certo punto, il desiderio mi ha preso di esprimermi attraverso la pittura. Il mio gusto (sotto la guida del maestro e amico Aldo Damioli) mi ha indirizzato con naturalezza verso la pittura di figurazione, le forme nitide, la ricerca di un’armonia classica, sia pure filtrata attraverso una sensibilità novecentesca. Quanto ai soggetti, si tratta di scelte sentimentali. Spesso sono luoghi e persone della mia infanzia: Mosca, Cervia e ora, dopo qualche esitazione, anche Milano; e poi mia madre, mio padre, mio fratello, mia moglie, i nonni, gli amici. E’ un mondo che associo a una certa scabra essenzialità, senza troppi orpelli (anche io sono così). Guardando retrospettivamente i quadri che ho finora dipinto, noto che in molti di loro c’è un’atmosfera sospesa, una serenità trattenuta, come se vi si fosse depositata la patina del tempo.
anno: 2023
pagine: 52
formato: 20×20 cm
ISBN: 979 12 80824 19 6