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Entrare nel mondo che Ermes Grappi evoca in queste pagine autobiografiche è un’avventura appassionante, proprio come quella del protagonista: un reggiano nato durante il fascismo, che ha vissuto le guerre mussoliniane e partecipato alla Resistenza, e che nell’immediato dopoguerra ha aderito al Partito Comunista Italiano. Ermes Grappi ha vissuto tutti i passaggi chiave degli anni Cinquanta del Novecento, prima come dirigente della FGCI poi del partito stesso, arrivando ai ferri corti con la segreteria di Onder Boni alla vigilia della Conferenza regionale comunista, nel 1959, che ridisegnerà il partito negli anni a venire. La scelta di Ermes Grappi nella sua travagliata drammaticità lo portò in altre direzioni. Fuori dall’apparato, ma non fuori dal partito, come efficacemente sintetizza la copertina. Questo racconto autobiografico, affidato ai nastri magnetici di Alfredo Gianolio e curati per la stampa da Glauco Bertani, è accompagnato da un accurato apparato di note che ne fa anche un pezzo di storia del Novecento. I due piani si intrecciano, ma non si sovrappongono, lasciando al lettore il piacere della scelta.
Ermes Grappi, nato a Reggio il 23 luglio del 1925 da famiglia operaia socialista e antifascista, nel dicembre 1943 si aggrega a un gruppo di giovani antifascisti di Cavriago, paese nel quale era sfollata la famiglia, aderisce al Partito comunista e partecipa alla lotta di Liberazione nella 76a Brigata SAP. Dopo la Liberazione diventa funzionario del Fronte della Gioventù, poi responsabile del Comitato della zona montana del PCI. Successivamente viene nominato vicesegretario poi segretario della Federazione giovanile comunista reggiana tra il 1953 e il 1956, e membro della direzione nazionale della FGCI. Enrico Berlinguer, allora segretario della FGCI, agli inizi del 1953 lo invia a Bucarest quale rappresentante italiano nel Comitato promotore del Festival mondiale della gioventù, svoltosi nel 1953, poi a Budapest quale rappresentante permanente presso la Federazione mondiale della gioventù. Nel 1956 passa a far parte dell’apparato di funzionari del PCI prima come vice responsabile della Commissione stampa e propaganda poi come responsabile della Commissione enti locali. Nell’ottobre del 1945 al quinto Congresso provinciale è stato eletto nel Comitato Federale del PCI, e di nuovo dal settimo al nono Congresso. Nel 1958 lascia l’attività di funzionario e va a lavorare alla G&G di Bagnolo, poi alla Riva Calzoni di Bologna dove ricopre il ruolo di dirigente fino alla pensione. Ha sempre mantenuto il legame con il Partito comunista e il suo impegno politico si è espresso in varie forme. Nel corso degli anni Ottanta è stato consigliere di amministrazione dell’ERVET (Ente regionale per la valorizzazione economica del territorio) su indicazione della Regione. È stato inoltre vicepresidente del Consorzio provinciale gas-acqua e ha ricoperto anche l’incarico di consigliere di amministrazione in banche reggiane. Al momento della morte ricopriva l’incarico di Presidente del Comitato dei Garanti di ISTORECO (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia).
anno: 2016
pagine: 151
formato: 16,5×23,5 cm
ISBN: 978-88-98420-52-0